scheda Film
POLLO ALLE PRUGNE

POLLO ALLE PRUGNE

di Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi
con Isabella Rossellini, Maria de Medeiros

Genere: Film
Durata: 90'
Regia e sceneggiatura: Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi. Montaggio: Stéphane Roche. Musiche: Olivier Bernet. Scenografia: Sophie Becher. Costumi: Madeline Fontaine. Fotografia: Christophe Beaucarne. Interpreti: Isabella Rossellini, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Mathieu Amalric, Jamel Debbouze, Chiara Mastroianni, Edouard Baer, Eric Caravaca, Frédéric Saurel, Dustin Graf. Produzione: Hengameh Panahi. Distribuzione: Officine UBU. Francia, Germania, Belgio, 2011, 90’ Premio Miglior Film ABU DHABI International Film Festival Premio del Pubblico SAN PAOLO International Film Festival Questa opera cinematografica è in realtà una trasposizione live action di una famosa graphic novel di Satrapi e ne assorbe la carica espressiva e visiva; il film tuttavia supera il fumetto a livello qualitativo ed estetico anche grazie ad un cast eccezionale su cui domina in primis Mathieu Amalri, uno dei più apprezzati attori e registi francesi e tre volte vincitore del Premio César, accanto a lui quattro formidabili donne: Chiara Mastroianni, Maria de Medeiros, Isabella Rossellini e Golshifteh Farahani. L’opera si sviluppa come una fiaba deliziosa e incantevole, piena d’amore e malinconia, avvolta da un’atmosfera onirica che ricorda da una parte "Il favoloso mondo di Amélie" e dall’altra le strisce di fumetti di origine francese, ma come ha spiegato la stessa autrice è un film nichilista perché "nella vita non c’è speranza ed il film parla della vita. Noi viviamo, celebriamo la vita. Il nostro è un film nichilista. D'altra parte non ho mai amato i film a lieto fine". E’ una commedia dolce e amara, velata di nostalgia e di una buona dose di pessimismo nei confronti della vita e dell’uomo, è una vera e propria allegoria della situazione dell’Iran. "Poulet aux prunes" è un canto d’amore per la patria perduta, il canto di un cuore spezzato che ricorda i momenti belli e i momenti tristi, ride e scherza, piange e soffre in attesa... Attende che tutto cessi e che questi sentimenti trovino l’oblio. La regia è piena di digressioni, di flashback e di flashforward ed è attraverso questi elementi che la vicenda viene ricostruita lentamente come un puzzle e si viene a scoprire la vera ragione che spinge il protagonista a invocare la morte giorno dopo giorno. Tutto ha inizio in Iran nel 1950 e lì il famoso musicista di violino Nasser Ali decide di porre fine alla sua vita dopo aver perduto il suo amato violino spaccato dalla moglie. Si mette a letto e per otto giorni fra incubi e ricordi si sottrae alla vita. Ricorda il maestro di violino, la madre che lo obbliga a sposare sua moglie sebbene lui non l’abbia mai amata, il futuro dei figli finché non arriva finalmente Azrael, l’angelo della morte vestito di nero e scuro di carnagione con due grandi corna e un sorriso bianco come la neve, che gli racconta una favola araba cui è ispirato il testo della canzone "Samarcanda" di Roberto Vecchioni.
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