Regia: Guido Chiesa. Sceneggiatura: Nicoletta Micheli, Guido Chiesa. Fotografia: Emanuele Pasquet. Montaggio: Luca Gasparini. Scenografia: Paolo Sansoni Baratella. Musiche:
Francesco Cerasi. Costumi: Cristina Audisio. Interpreti: Edoardo Leo, Micaela Ramazzotti, Gloria Harvey, Claudio Colica, Francesca Valtorta, Matteo Scattaretico, Luca Massaro, Anna Bonaiuto.
Produttori: Iginio Straffi, Alessandro Usai. Distribuzione: Piper Film. Origine: Italia 2025.
Bruno si è separato dalla moglie da molti anni e sta crescendo da solo la figlia ora adolescente. Dopo la separazione Terry ha dato segni di squilibrio che hanno fatto sì che dovesse essere ricoverata in una struttura per la cura di malattie mentali. Ora è pronta per il reinserimento sociale ma per renderlo definitivo sono necessari trenta giorni da trascorrere con l'ex marito e la figlia nella loro abitazione. Un remake di un film spagnolo che trova in Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti gli interpreti giusti.
Con in aggiunta Gloria Harvey che, al suo debutto nel cinema, mostra di avere una vitalità e una capacità di saper comprendere il personaggio di Emma, la figlia di Bruno e Terry, che non è poi così comune. Siamo di fronte a una commedia che ha anche i suoi momenti un po' esagerati ma il mood che la anima è legato a tematiche che solo degli attori davvero rodati potevano rendere al meglio.
Come afferma la stessa Ramazzotti, di 'pazzerelle' non è priva la sua carriera di interprete sul grande schermo. Qui però si tratta di una donna che non è chiusa in sé stessa. Terry sente voci che parlano solo a lei ma la sua fame di vita è intensa e di quella vita fa parte una famiglia che le manca da tempo e a cui (perlomeno alla figlia Emma) anche lei ha finito con il mancare. Bruno invece ha dovuto, come si usa dire, rimboccarsi le maniche per far crescere una figlia che ora è entrata, come accade, nella fase della contrapposizione seppure con la consapevolezza di un legame affettivo non scalfibile.
In realtà il titolo dovrebbe essere rovesciato in 30 giorni con la mia ex perché il punto di vista, per una prima parte del film, è quello di Bruno che si trova a dover accettare la richiesta del servizio che assiste Terry. Per un uomo che ha problemi nella società di investimenti di cui è co-titolare e ha già da tempo avviato una relazione (che però non ha ancora raccontato alla figlia) il dover tornare a convivere, seppure per un periodo relativamente breve, con una persona non ancora del tutto ristabilita gli crea qualche comprensibile difficoltà. Sta in questo termine (comprensibile) la capacità attoriale di Leo che riesce a rendere l'impreparazione di Bruno anche nelle minime sfumature. Non mancano i personaggi tipicamente da commedia come la coppia di vicini di casa nordici che non hanno tutti i torti ma non brillano per doti empatiche oppure la scoperta, che colpisce più il padre che non la madre, del ragazzo di Emma.
Chiesa riesce così a fornirci il sorridente ritratto di persone che debbono cercare di comprendere la situazione che gli altri che sono loro accanto stanno vivendo. Non è un'impresa facile ma l'osservarla in un film stemperata con il sorriso, può essere di aiuto.
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