Multisala900
CAVRIAGO | REGGIO EMILIA
900@multisala900.it
0522 372015
il cinema
film e spettacoli
recensioni
rassegne film
teatro ragazzi
teatro dialettale
dove siamo

X CHIUDI SCHEDA

scheda Film
L

L'AMORE CHE NON MUORE

di Gilles Lellouche
con Adèle Exarchopoulos, François Civil, Mallory Wanecques

Trailer
Genere: Film
Durata: 166'
Trailer

Regia e sceneggiatura: Gilles Lellouche.  Fotografia: Laurent Tangy. Montaggio: Simon Jacquet. Musiche: Jon Brion. Scenografia: Jean-Philippe Moreax. Costumi: Isabelle Pannetier. Interpreti: Adèle Exarchopoulos, François Civil, Mallory Wanecques, Malik Frikah, Benoit Poelvoorde, Vincent Lacoste, Jean-Pascal Zadi, Elodie Bouchez, Alain Chabat. Produttore:  Philippe Logie. Distribuzione:  Lucky Red. Origine: Francia, Belgio, 2024.                     

Due anni dopo Al tempo della memoria magnetica e del Vogue Peugeot, dei Cure e di Prince, Jacqueline e Clotaire si incontrano davanti alla scuola ed è subito amore, amour ouf. Lei, piccola borghese e grande faccia tosta, è orfana di madre e cresce con un padre amorevole, lui, estrazione proletaria e famiglia numerosa, ha lasciato la scuola e fa a pugni con la vita. Lei brava studentessa, lui delinquente in erba. Lei intuisce la sensibilità dietro al machismo, lui il fuoco dietro il pudore. Non hanno niente in comune ma sono fatti l'uno per l'altra. A cavallo di un motorino avanzano a tutta velocità verso il tramonto, l'eclissi e l'ellissi carceraria, perché Clotaire si unisce a una rapina orchestrata dal boss locale, che ammira più del padre, e finisce in prigione per un omicidio che non ha mai commesso. Ne uscirà dieci anni dopo spezzato e con un chiodo fisso in testa: ritrovare Jackie, che ha scelto per sé un marito conformista e una vita nei ranghi. Ma la potenza di quel primo amore è rimasta intatta e Jackie e Clotaire bruciano ancora di mille fuochi. Un oggetto curioso e non identificato, un film sbagliato e chiassoso che ne contiene uno riuscito, immaginifico e audace. Guardando bene vediamo il secondo farsi largo e apparire dietro il delirante dispendio di energie e l'inestinguibile ricerca di intensità.

L'amour ouf è un jukebox a tutto volume, che 'suona' hit anni Ottanta e non osa abbordare il soggetto che gli sta a cuore, l'amore del titolo originale, forse eco di "L'amour fou" di André Breton. Lellouche trova soluzione e forma nell'azione, esaltata, eccessiva, almeno fino a quando il film non attiva il flashback e risale il tempo, donando tutto, lacrime, pugni, sorrisi, baci, schiaffi, carezze. Pachidermico e aereo, lotta, cade e si rialza correndo a perdifiato tra le fabbriche di mattoni e il mare blu di una cittadina portuale che potrebbe essere la Cherbourg di Demy.

A immagine dei suoi amanti adolescenti, L'amour ouf si abbandona completamente all'amore e alla sua disfatta che lo rende improvvisamente commovente. Lellouche ci mette un tale fervore e un tale appetito di cinema che viene voglia di lasciarsi andare e di perdonargli tutta l'ingenuità, il lirismo candido e quella caricatura del romanticismo, lanciato contro il muro a cento all'ora. E a cento all'ora va Clotaire per "trovar la bimba" sua come in una vecchia canzone del Morandi innamorato. Precipitati in pieni anni Ottanta, siamo completamente con lui, con loro, proviamo il piacere folle di vederli unirsi mentre un destino contrario si annuncia all'orizzonte: lui diventa un gangster, lei cerca di mantenere la rotta. Si perdono senza riuscire mai a smettere di amarsi.

Intanto il tempo passa e il film non si concede un'inquadratura sobria, carrellate laterali brutali hanno la meglio sulla semplicità di un campo-controcampo. Lellouche alza il tiro e salta senza rete all'età adulta di Jackie e Clotaire, belli, dannati e ostinati contro il determinismo sociale.

François Civil e Adèle Exarchopoulos fanno esplodere tutto al loro passaggio, 'quadri' e muri, fanno battere il cuore così forte da lasciare alta e vibrante la posta in gioco: si ritroveranno mai? Come? Quando? La risposta pop vale l'attesa. Gli amanti di Lellouche, quelli degli anni Ottanta di Malik Frikah, incandescente nel suo primo ruolo importante, e Mallory Wanecque, rivelazione pura in I peggiori di tutti), e quelli incendiari del Duemila (François Civil e Adèle Exarchopoulos), sono fatti della stessa pasta, sono fatti soprattutto della materia dei sogni. Fanno corpo (e cuore) con un regista che fa rimare colpo di fulmine e colpi in faccia.

Lellouche cambia genere e categoria, rimette in gioco il titolo meritato con 7 uomini a mollo e realizza un progetto che Benoît Poelvoorde, vilain del film, gli aveva servito quindici anni prima col romanzo di Neville Thompson, "Jackie loves Johnser OK?", storia d'amore intrepido a Dublino, una storia di giovani amanti che tutto oppone ma niente riuscirà a separare. Affresco d'amore, furore e rumore, L'amour ouf è un idillio al passato che rifiuta di morire nel presente.

Parossistico e barocco, epico e intimo, è una sorta di 'French Side Story' che mantiene il focus empatico sui suoi protagonisti e si lancia in una ricerca di assoluto riconfigurata nell'ultimo atto e in un dialogo (scritto probabilmente da Audrey Diwan) che rifiuta la tradizionale 'posa' tragica. Perché di amore si può anche vivere, soprattutto quando le parole valgono più dei pugni. 

 

info

CHI SIAMO

ISTRUZIONI PER L'USO

DOVE SIAMO/PARCHEGGI

PRIVACY E COOKIE POLICY

TRASPARENZA AMMINISTRATIVA

CONTATTI

MULTISALA NOVECENTO

Via del Cristo, 5 - 42025 Cavriago (Reggio Emilia)

0522 372015

900@multisala900.it

P.IVA 00132130352

IBAN IT44C0103066290000000376274

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

RICEVERAI IN ANTEPRIMA LE NOVITA'
SULLA PROGRAMMAZIONE E SULLE PROMOZIONI ESCLUSIVE.


SCOPRI DI PIU'