Finalmente un film mette d'accordo tutto il pubblico in sala. "Ovunque sei" - film di Michele Placido in concorso alla 61esima edizione del Festival del Cinema di Venezia - ha, suo malgrado, un grande merito. Nemmeno "Collateral", l'ultimo capolavoro di Michael Mann, i mediometraggi in lingua zulu o l'ermetico film greco erano riusciti a suscitare giudizi unanimi. Dopo i primi 10 minuti di "Ovunque sei" scatta qualcosa. Il momento della visione in sala, quell'esperienza a un tempo individuale e collettiva, diventa davvero magica. Riunisce tutti.
La trama: lui, Matteo (Stefano Accorsi) lavora sulle ambulanze; lei, Emma (Barbora Bobulova), è un chirurgo. La coppia sta consumando le ultime energie di una relazione che si trascina stancamente. Ma una notte... Qui viene il bello. Matteo ed Elena (Violante Placido), una volontaria al suo primo turno notturno, hanno un incidente. L'ambulanza su cui viaggiano precipita nel Tevere per evitare l'auto di Leonardo (Stefano Dionisi), primario dell'ospedale di ritorno a casa dopo un rapporto sessuale con Emma. Matteo ed Elena vengono salvati da un gruppo di operai extracomunitari che li riportano alla fermata dell'autobus. Da quel momento Matteo è in crisi: dovrebbe tornare a casa dalla propria famiglia, ma l'attrazione per Emma è irresistibile. Insieme, in effetti, possono fare ciò che vogliono. Andare a seriose feste universitarie, coccolarsi come in una canzone di Baglioni e studiare le capitali del mondo, anche quella dell'Uzbekistan e del Tagikistan, notoriamente le più difficili. Giuro che è vero.
Una trama inquietante e dei dialoghi da spot della Kinder - la saga "ciccia e brufoli" al confronto è un dramma scespiriano - trasformano il momento della visione in sala in un delirio di risate. Pochi film riescono a catturare il pubblico in questo modo. "Ovunque sei" è trascinante. L'anteprima per la stampa a Venezia è diventata coinvolgente come uno spettacolo di cabaret.
Davvero fastidiose le citazioni da "Vanilla Sky" di cui il film è pieno. Accorsi vaga per Roma con la stessa giacca che portava Tom Cruise nel film di Cameron Crowe, indossa la stessa incomprensibile maschera bianca e dice le stesse idiozie. Il film, con la sua comicità involontaria, lancia un'ombra davvero inquietante sullo stato di salute del cinema italiano. Che il film non fosse ben fatto si può anche accettare, ma la scelta di iscriverlo alla sezione più importante del Festival di Venezia non deve essere sottovalutata.
Sceneggiatura: Francesco Piccolo, Umberto Cantarello, Domenico Starnone, Michele Placido. Fotografia: Luca Bigazzi. Montaggio: Esmeralda Calabria. Scenografia: Cosimo Gomez. Costumi: Nicoletta Taranta. Interpreti: Stefano Accorsi, Barbora Bobulova, Stefano Dionisi, Violante Placido. Produttori: Riccardo Tozzi, Sonia Dichter. Distribuizione: 01 Distribution. Origine: Italia, 2004.