Primo lungometraggio per Massimo Cappelli, che ha realizzato fin’ora diversi corti avvalendosi del digitale in alta definizione. Con "Il giorno + bello", come si può immaginare già dal titolo, Cappelli ci presenta, in un ampio flashback del protagonista, la tragicomica avventura di due giovani (Fabio Troiano e Violante Placido) che sono in procinto di sposarsi e, anche se partono con l'idea di organizzare un matrimonio diverso dal solito, ripercorrono le tradizionali tappe che tutti gli sposi si trovano ad affrontare: la scelta dell'abito, della chiesa, le partecipazioni, le liste dei regali e degli invitati e così via. Sebbene l'argomento sia trito e ritrito, stavolta non ci troviamo davanti alla classica crisi del trentenne con la sindrome di Peter Pan che non sa se riuscirà ad essere fedele ad una sola donna per tutta la vita o che pensa che il matrimonio sia la tomba dell'amore. Il nostro protagonista ama la sua lei e vuole sposarla ma è schiacciato dalla macchina perversa dei preparativi e dalle pressioni esterne che subisce da chi ha intorno nell'organizzazione della cerimonia. Anche se tra qualche luogo comune, il film scivola via in capitoli annunciati da simpatici titoli che occasionalmente spuntano nella scenografia e scandiscono l'avanzare delle grandi manovre. La macchina da presa segue i personaggi fluidamente, le scelte registiche di Cappelli sono al servizio del racconto e danno risalto alla sceneggiatura (sempre di Cappelli) ricca di situazioni tipiche in questo genere di film, ma rese in maniera molto divertente. I personaggi sono tipizzati ed estremi proprio per risaltarne la comicità, il cast riesce ottimamente a infondere loro simpatia, tra i più divertenti possiamo citare l'amico cinico del protagonista, i genitori hippy della sposa, e su tutti il frate che sposerà i due, un ex comunista militante, che continua a chiamare i fedeli compagni. "Il giorno + bello", a metà strada tra "Mi presenti i tuoi/Ti presento i miei" e "Caso mai", anche se non brilla per originalità, risulta essere una commedia divertente e sbarazzina, che offre un piccolo spunto di riflessione sul desiderio, ormai diventato conformista, di anticonformismo.